La membrana amniotica: la frontiera della rigenerazione

I ricercatori di questo  “Centro Studi di formazione e ricerca in chirurgia rigenerativa”   stanno testando sia in campo sperimentale che clinico le grandi capacità rigenerative della membrana amniotica nel favorire la rigenerazione dei tessuti umani.

Alla base della chirurgia rigenerativa, ovvero alla base del gesto chirurgico che non si limti a riparare i tessuti umani lesionati, ma che vuole avviare un processo di vera rigenerazione, quindi di vera “restitutio ad integrum”, vi è la necessità ormai universalmente riconosciuta, di assemblare 3 elementi fondamentali: cellule staminali adulte, fattori di crescita e uno scaffold (substrato idoneo a ricevere e strutturare i tessuti rigenerati).

Attualmente realizzare questo obbiettivo rappresenta il “sogno” di tutti i ricercatori.

I ricercatori dell’Accademia stanno puntando sulla membrana amniotica, quale “scaffold naturale ed universale” da impiegare nella chirurgia rigenerativa. Scaffold naturale perchè svolge normalmente il ruolo di membrana di scambio nutritizio e di carrier di cellule staminali adulte e fattori di crescita durante la gravidanza. Universale perchè si adatta e si integra con  tutti i tessuti umani in via di rigenerazione, fornendo il proprio “carico” di cellule e fattori di crescita al processo rigenerativo.

I campi di applicazione più innovativi perseguiti dai ricercatori e dai chirurghi dell’Accademia nell’ambito della chirurgia plastica ricostruttiva sono la rigenerazione dei nervi periferici e la rigenerazione dei tessuti molli.

I vantaggi della membrana amniotica sono molteplici: con l’impianto di una sola struttura biologica forniamo i 3 elementi della triade rigenerativa (cellule staminali, fattori di crescita, scaffold ideale); utilizziamo un prodotto di scarto del parto senza implicazioni etiche, quali quelle relative alla raccolta degli embrioni; forniamo al processo rigenerativo ulteriori valenze biologiche proprie della membrana amniotica quali le attività antibatterica, anti-infiammatoria e la bassa antigenicità, ovvero la certezza di trapiantare questo scaffold universale nei tessuti umani senza temerne il rigetto.